....il mio angolo di creatività... pensieri... arte ...luoghi ...ricordi ... passando ogni tanto a vedere cosa c'è nel forno di Mario
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31 marzo 2013
Icona della Resurrezione
ICONE
La resurrezione, o meglio come viene chiamata nella religione cristiana ortodossa
LA DISCESA AGLI INFERI
è ben rappresentata in questo bellissimo affresco, realizzato intorno al 1310
da un iconografo bizantino anonimo, nell'abside del monastero di
San Salvatore in Chora a Istanbul
Tutta l’iconografia del Parekklesion, pensato come luogo di sepoltura dei santi, parla di resurrezione e vita eterna. Nell'abside si vede la discesa di Gesù agli Inferi, secondo la tipica rappresentazione bizantina. Aperte e calpestate le porte degli inferi che impedivano la resurrezione e gettate via le chiavi con le quali i morti erano imprigionati, legato e gettato a terra ormai impotente il Maligno, Cristo può prendere per mano Adamo ed Eva – e con essi tutti i morti – e condurli alla resurrezione. Tutti gli uomini delle generazioni precedenti sono rappresentati: santi, re, profeti, con in testa, a sinistra, Giovanni Battista ed, a destra, Abele, il primo dei morti nella storia biblica.La tradizione vuole che il monastero di San Salvatore in Chora sia stato il rifugio ed il luogo di accoglienza dei monaci della regione palestinese che venivano a Costantinopoli. Molti iconografi si sono ispirati a quest'opera per rappresentare la RESURREZIONE
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nel 2005 in occasione della S.Pasqua ho dipinto questa tavola concava
(cm 50x50 ) anche se molto semplificata rispetto all'immagine originale,
ha comportato comunque per me (principiante e autodidatta)
molte ore di lavoro e ogni anno per la Pasqua
mi riguardo le foto e un pò mi emoziono .. così.... con molta semplicità
ho deciso di condividere in questo spazio la mia interpretazione della
"Resurrezione"
(cm 50x50 ) anche se molto semplificata rispetto all'immagine originale,
ha comportato comunque per me (principiante e autodidatta)
molte ore di lavoro e ogni anno per la Pasqua
mi riguardo le foto e un pò mi emoziono .. così.... con molta semplicità
ho deciso di condividere in questo spazio la mia interpretazione della
"Resurrezione"
Sullo sfondo è indicato il titolo dell’opera " hanastasis" , La Resurrezione di Gesù Cristo, con le ormai note lettere IC (Iesus) e XP (Cristos).La figura di Gesù è all'interno di una mandorla luminosa, che sembra squarciare le rocce circostanti.
La mandorla è di colore bianco, celeste e azzurro. Gesù con il nimbo, in veste candida, che conserva soltanto il simbolo del sacerdozio regale sulla spalla destra, in piedi e con la gamba destra semi-flessa come se dovesse salire e con la sinistra distesa, come se dovesse scendere. O meglio, sembra che il Cristo abbia raggiunto il massimo della Sua discesa e si accinga a risalire. La discesa, umiliazione (Kenosis) è iniziata con l’incarnazione e giunta qui fin alla radice del male che spesso è personificato come un essere mostruoso incatenato (io non l'ho dipinto) le porte degli inferi divelte. Infatti i piedi poggiano su due battenti di porta apparentemente sprofondati su un baratro.
Ai lati due sarcofagi sul cui bordo stanno a destra un uomo ormai anziano, Adamo, e a sinistra una donna, Eva, con una mano velata in segno di rispetto, entrambi sono afferrati e sembrano sollevati dalle mani del Signore ed attratti a sè. Stanno a rappresentare tutta l'umanità precedente alla venuta di Cristo
Dietro, a destra di Gesù, un corteo di personaggi con il nimbo, di cui il primo con barba e capelli folti ed ispidi, come solitamente viene raffigurato Giovanni Battista, e dietro con corone regali Davide e Salomone,
A sinistra un giovane con un bastone pastorale, Abele e i profeti…
Le foto non sono gran che a causa della finitura lucida che brilla
ma dell'icona mi è rimasta solo questa foto
nel 2006 visitando la cripta della basilica di San Nicola a Bari
nella cappella ortodossa ho potuto fotografare una icona
(sul fondo a destra) con la stessa immagine
Le foto non sono gran che a causa della finitura lucida che brilla
ma dell'icona mi è rimasta solo questa foto
nel 2006 visitando la cripta della basilica di San Nicola a Bari
nella cappella ortodossa ho potuto fotografare una icona
(sul fondo a destra) con la stessa immagine
30 marzo 2013
Icona della deposizione di Cristo
ICONE
SABATO SANTO
Il giorno del silenzio di Dio
La Deposizione nel Sepolcro XV sec
Sul primo piano dell'icona viene rappresentato il sepolcro, con il Corpo di Cristo avvolto in fasce dentro di esso. La Madre di Dio è china su di Lui, nell'atto di stringere il suo volto a quello del Figlio. Accanto a lei si china sul corpo del Maestro il suo discepolo preferito, l'apostolo Giovanni evangelista, appoggiando il mento sulla mano, guarda con dolore il volto di Gesù Cristo. Dietro a Giovanni, in atteggiamento addolorato, sono rappresentati Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo. Alla loro sinistra stanno le donne, che hanno portato l'olio. Dietro tutta la scena dolorosa si ergono i monti nella prospettiva rovesciata creando un effetto molto fortificato: lo spazio si apre in alto e in basso, cosi fortemente, che quello che succede acquisisce una dimensione cosmica. Le mani alzate di Maria Maddalena sembrano unire il posto dove si trova il sepolcro del Signore con tutto l'universo. L'attenzione dello spettatore è attirata, sul sudario, attraverso il suo brillante candore si intravede il corpo di Cristo , però i dettagli delle parti basse dei vestiti di Giovanni e di Maria Maddalena sono dipinti in modo raccolto da sembrare delle fiamme scure che si alzano sul chiaro sfondo del rosso manto di Maria Maddalena. Queste mani alzate in posa tragica portano lo sguardo lassù, in alto, dove si distende un altro mondo. I bordi dei monticelli da icona discendono giù, verso il sepolcro, e fanno tornare di nuovo lo sguardo al corpo di Cristo, il centro dell'universo. La laconicità e l'espressività fanno di questa icona un esempio di preghiera dopo il pianto. La prospettiva rovesciata non è una mancanza di abilità nella raffigurazione dello spazio. Gli antichi pittori di icone russi non avevano accettato la prospettiva lineare, quando l'hanno conosciuta. La prospettiva rovesciata conservava un suo significato Spirituale ed era una protesta contro le seduzioni della "vista carnale". Non raramente l'utilizzo della prospettiva rovesciata dava anche dei vantaggi: permetteva, per esempio, di sviluppare la composizione in modo tale da vedere anche dei dettagli lontani .
29 marzo 2013
Icona della Crocifissione
ICONE
VENERDÌ SANTO
LA CROCIFISSIONE DI GESÙ
Crocifissione, Costantinopoli XIV secolo
Questa icona è un'opera russa della fine del 1300, di chiaro influsso bizantino. L'intera composizione è caratterizzata da un grande equilibrio. La croce è piantata saldamente su di un cono pietroso che rappresenta il Golgota e si staglia su uno spazio delimitato dalle mura di Gerusalemme. La crocifissione avviene fuori delle mura, perché Gesù viene rifiutato da Israele e perché la sua morte non profani la città santa. Le figure sono rappresentate così. Il corpo di Maria è lievemente inclinato verso la croce e il corpo di Gesù verso Maria. Giovanni poggia la guancia su una mano, antico gesto del dolore; La Madre è nell'atteggiamento di chi intercede. Sopra tutto si impone il corpo delicato dei crocefisso, al quale la curva del ventre, detta curva del dolore, conferisce eleganza e leggerezza. Il chiarore dorato dello sfondo fa risaltare l'accordo cromatico ocra- bruno delle figure. I riflessi acquei sulla stoffa che cinge i fianchi di Cristo, sulle tuniche di Maria e Giovanni e sulle rocce del Golgota contribuiscono ad annullare ogni pesantezza. Il sangue zampilla dal costato di Cristo e scorre sulle ferite dei chiodi. Nel profondo della morte Egli manifesta segni di vita nuova. Sotto la croce il cranio illuminato di Adamo riceve il lavacro della redenzione. Essa si estende a tutto l'universo, come è ben rappresentato dalla croce bizantina. Essa è a tre dimensioni. il braccio trasversale e la base indicano i quattro punti cardinali mentre l'asse verticale segna l'incontro tra cielo e terra. La croce di Cristo abbraccia così il mondo intero per portarlo a vita nuova.
28 marzo 2013
Icona dell' ultima Cena
Icone
Giovedì Santo
celebrazione dell'ultima cena
del Signore
Questa antica icona bizantina
ci racconta un momento fondamentale per i cristiani
L'istituzione dell'Eucarestia ma anche il tradimento di Giuda
l'ultima cena Rostov/Suzdal XV secolo
LA CENA DEL SIGNORE
Ne "L'ULTIMA CENA" è raffigurato uno degli episodi più drammatici della vita di Gesù Cristo. La composizione del disegno ha seguito il testo evangelico per infondere alla scena il senso dell’ineluttabilità dell’evento. La prospettiva è rovesciata: le linee di fuga convergono verso chi si trova davanti all'immagine. L’edificio, il cenacolo, non è sacro. La scena si svolge all'interno simboleggiato dal panneggio rosso che indica anche il carattere sacro dell’avvenimento; il drappo significa anche protezione e rappresenta la ‘Chiesa’. Il cerchio si apre con Gesù che si consegna, si lascia tradire perché gli uomini siano liberi di salvarsi; non manifesta esteriormente i propri sentimenti. Cristo, quasi fuori dalla tavola, risponde a Pietro , che diventerà il suo successore a capo della Chiesa. Egli indossa una tunica rossa,segno della natura umana da Lui assunta con l’Incarnazione, della sua regalità e dell’amore dato agli uomini con il sacrificio della croce. Il mantello blu che lo ricopre dichiara, invece, la sua natura divina. La sua mano destra è levata in alto in gesto benedicente. La posizione delle dita, in consonanza con la tradizione bizantina, forma le iniziali del suo nome in greco. Al contempo, le due dita ravvicinate richiamano l’unione ipostatica tra la natura umana e quella divina simboleggiata anche dal colore delle sue vesti. Lo sguardo di Gesù è mite ed intenso, carico della solennità e della sofferenza per quanto si sta compiendo in quel banchetto, Pietro protende la mano come se non volesse credere al crimine che si sta compiendo. I suoi occhi appaiono pieni di tristezza e di preoccupazione per l’annuncio del tradimento, mentre, indicando con la mano il Pane eucaristico, esprime il suo sincero desiderio di essergli fedele,sebbene consapevole della propria fragilità umana. Giovanni e Giuda con due gesti che sembrano simili compiono in realtà azioni opposte: Giovanni si getta sul petto di Cristo per chiedergli ‘Signore, chi è che ti tradirà?’; Giuda invece afferra il boccone, pronto a tradirlo. Egli ha lo sguardo truce e privo di relazione; non ha il coraggio di guardare negli occhi né Gesù, né gli altri compagni, quasi ad esprimere vergogna e senso di colpa. La postura del personaggio rivela l’intimo tormento del suo cuore per il male che sta per compiere. Il suo gesto frettoloso è anche la risposta a quello che gli chiede Gesù: “…quello che devi fare, fallo al più presto” Matteo, seduto accanto a Giuda, ha posato la mano sul tavolo, e la sua posa esprime assieme lo sforzo di trattenere il traditore e la coscienza dell’impossibilità di far tornare indietro gli eventi. Gli altri discepoli, stupiti e quasi increduli, con le loro mani lasciano trasparire il timore di essere colpevoli: “Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: ‘Sono forse io, Signore?’. Alcuni hanno lo sguardo rivolto verso i compagni, preoccupati di sapere chi tradirà Gesù,mentre altri guardano il Maestro con tristezza e compassione . Il tavolo attorno al quale sono seduti gli Apostoli è circolare, per esprimere la comunione. È un tavolo‐ostia. La coppa, colma del vino trasformato in sangue, richiama il sacrificio eucaristico mentre con la sua posizione, al bordo della tavola, sembra voler favorire l’accesso dei commensali. Le decorazioni esprimono un significato cosmico: unire cielo e terra.
26 marzo 2013
MERAVIGLIOSO
qualche giorno fa mi è capitato di risentire questa canzone
interpretata da Domenico Modugno ,
il testo è stato scritto da Riccardo Pazzaglia ,è datata 1968.
io avevo 7 anni, mi ricordo che il mio papà
aveva comperato il 45 giri e l'ascoltavamo con il mangiadischi...
Oh mamma !........detta così sembra la preistoria...
però , riascoltandola , mi sembra
bellissima!
Oh mamma !........detta così sembra la preistoria...
però , riascoltandola , mi sembra
bellissima!
.....mi sa che sto invecchiando !.........e mi commuovo facilmente.
25 marzo 2013
GHIRLANDA DI PASQUA
FIORI DI PERLINE
una ghirlanda di vite
da appendere fuori dalla porta
decorata con rametti di forsizia e una farfalla
per questo progetto ho utilizzato una ghirlanda di vite
fiori di forsizia realizzati con le perline ,(tecnica dell'intreccio)
alcuni con 4 petali e altri con 5 petali,
per il centro ho usato alcune perline di legno
ho incollato anche una farfallina,
anch'essa realizzata con le perline bianche e nere
al centro ho disposto un semplice uovo di cartoncino con gli auguri.....
prima di fare il fiocco ho aggiunto un altro nastro di organza verde scuro
eccola "bene-augurante" appesa sulla porta della mia casa
°°°°°°°°°°°°°°°
.........anche se la primavera si è nascosta dietro le nuvole.......
Buon inizio settimana !
per questo progetto ho utilizzato una ghirlanda di vite
alcuni con 4 petali e altri con 5 petali,
per il centro ho usato alcune perline di legno
per ogni bocciolo (tecnica del tubetto), ho assemblato 4 tubetti da 15 perline
riuniti in mazzetti da 2 da 3 o da 4
arricchiti da qualche fogliolina (tecnica dell'intreccio) a 3 punte
e ho ricoperto i gambi con la guttaperca verde
ho incollato con la colla a caldo ogni singolo rametto ,
nascondendo il gambo tra i rami della vite
ho infilato un'asola trasparente in un pezzo di nastro di organza ,
fissandola con un nodo a un ramo della ghirlanda
ho incollato anche una farfallina,
anch'essa realizzata con le perline bianche e nere
al centro ho disposto un semplice uovo di cartoncino con gli auguri.....
prima di fare il fiocco ho aggiunto un altro nastro di organza verde scuro
eccola "bene-augurante" appesa sulla porta della mia casa
°°°°°°°°°°°°°°°
.........anche se la primavera si è nascosta dietro le nuvole.......
Buon inizio settimana !
24 marzo 2013
Torta kinder Paradiso
Ieri Mario ha cercato
(e c'è riuscito, a detta degli ospiti che ieri sera erano a cena da noi)
di imitare la famosa
TORTA PARADISO KINDER
Ingredienti x 12 porzioni
250 g di fecola di patate
100 g di farina 00
200 g di zucchero
200 g di burro
6 uova piccole
1 bustina di lievito
un pizzico di sale
una bustina di vanillina
Ingredienti per la crema
80 g di zucchero
1 uovo
60 g di farina
300 ml di latte
30g burro
un cucchiaio di miele
150 ml di panna montata
zucchero a velo
PREPARAZIONE
Sbattere il burro ammorbidito con lo zucchero e un pizzico di sale, fino ad ottenere una crema. Unire le uova, uno alla volta mescolando bene, setacciare e unire la farina, la fecola, il lievito e la vanillina . Quando il composto sarà liscio e omogeneo versarlo il una teglia da forno (circa 30x40) imburrata e infarinata. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per 25/30 minuti. Nel frattempo preparare la crema: sbattere l'uovo con lo zucchero aggiungere la farina, in un pentolino scaldare il latte con il miele e il burro, appena sarà intiepidito aggiungere il composto preparato continuando a mescolare fino a che non si sarà addensato. Far raffreddare la crema e poi incorporare la panna ben montata.
Quando la torta sarà raffreddata ,togliere la crosta superiore e tagliarla in due metà nel senso della lunghezza,
spalmare una parte con la crema , ricoprire con l'altra. Mettere a riposare per qualche ora nel frigorifero prima di servirla spolverata con abbondante zucchero a velo
Oh .....ma è proprio uguale
Bravo Mario!
Grazie
Icona della domenica delle Palme
inizia con oggi una settimana importante per i cristiani
vale la pena fermarsi un momento a riflettere
sugli avvenimenti che hanno portato alla selvezza dell'umanità
una bella chiave di lettura la possiamo trovare nelle antiche icone bizantine
Entrata di Cristo a Gerusalemme Teofane Cretese, 1567
Al centro dell’icona spicca una palma e questa pianta già annuncia l’evento da contemplare: l’entrata regale in Gerusalemme ma anche il legno della croce che starà al centro del Golgota. Gesù è seduto su un asino, simbolo di pace per la sapienza biblica, non a cavalcioni ma da un lato per dire che quello è il suo trono; l’icona ci indica l’intronizzazione di Cristo come re della pace. I primi ad accogliere Gesù sono i bambini; è presentato il loro entusiasmo nell'esprimere la gioia quando arriva qualcuno che gli vuole bene , uno è vestito di bianco per indicarne l’innocenza. Anche l’asina piega la testa verso quei bambini. Gli adulti sono un po’ più freddi, più statici, diffidenti e non può che essere così, infatti entrano nella città di Gerusalemme che ha le porte scure per indicare come essa vive ancora nelle tenebre e non ha luce senza il Salvatore; inoltre la città santa è circondata da alte mura ad indicarne la chiusura nell'accogliere il regno di Dio. Notiamo ora come Gesù, pur procedendo verso la città, ha il volto girato indietro, verso i suoi apostoli. Li guarda come per dire: “mi state seguendo? siete in grado di seguirmi?” Gli apostoli per tutta risposta non guardano a Gesù, hanno il volto abbassato e così esprimono la paura di percorrere la strada di Cristo nell'essere luce in un mondo di tenebre, di farsi dono gratuito, di offrire la propria esistenza nell'annuncio della Parola e del Cristo salvatore a delle persone che pensano solo al proprio successo e all'affermazione di se stessi. Nonostante ciò gli apostoli, per la misericordia del Cristo, sono il nuovo popolo di Dio.
22 marzo 2013
PRIMAVERA
BENTORNATA PRIMAVERA
VORREI ESSERE UN FIORE
Vorrei essere un fiore per sbocciare nel sole.
Aprire la mia corolla alla luce tenue del giorno
ed assopirmi accarezzata dal vento tiepido della sera.
Mi vestirei di petali e foglie e
non avrei un corpo con il quale lottare ogni giorno.
Succhierei dalla terra il mio nutrimento,
cibandomi delle lacrime della terra e del sudore del cielo
ed incanterei chi si fermerebbe a guardarmi
donandogli un istante di serenità.
Vorrei essere un fiore per avere qualcuno che si prenda cura di me.
Qualcuno che annaffi ogni giorno le mie radici con il suo amore
e non mi lasci morire di sete.
Qualcuno che mi lodi per la bellezza dei miei petali
ed ogni tanto sfiori il mio stelo con le sue dita accarezzandomi dolcemente.
Vorrei essere un fiore, solo un piccolo e delicato fiore.
Non m'importerebbe di possedere un esistenza breve,
perché tutte le cose belle hanno solo il tempo di nascere e di morire,
ma nei pochi istanti che gli è concesso da vivere
cambiano in meglio il cuore di chi sa apprezzarle
ed il ricordo di esse rimane per sempre vivo in loro
anche quando appassiscono e, nella terra,
rimane solo un timido stelo esposto al vento e
alle intemperie delle stagioni della vita.
alle intemperie delle stagioni della vita.
Vorrei essere un fiore per rinascere ad ogni primavera
e tornare di nuovo ad essere la stessa creatura ma con un cuore nuovo
un'esistenza da ricominciare da capo..
(anonimo)
(anonimo)
21 marzo 2013
I GATTI DI FRANZ MARC
Franz Marc nasce a Monaco (Müchen) nel 1880.Di formazione calvinista, per breve tempo concepisce l'idea di venire pastore. Nel 1899 si iscrive alla facoltà di filosofia della Ludwig-Maximilian-Universität di Monaco. Dopo il servizio militare Marc decide di dedicarsi alla pittura, e nel 1900 si iscrive alla Münchner Kunstakademie. Compie viaggi in Italia e a Parigi e lavora frequentemente a Kochel. Nel 1903, al ritorno da un soggiorno a Parigi, Marc decide di lasciare l'accademia e di lavorare per conto proprio. Alterna il lavoro tra Monaco, Staffel-Alm e Kochel, dipingendo paesaggi e ritratti in uno stile sostanzialmente aderente a quello monacense dell'epoca. Negli anni successivi conosce il pittore di animali Niesté e Adolf Hölzel. Ma l'esperienza più significativa è il viaggio a Parigi del 1907, dove studia in maniera approfondita il lavoro di Van Gogh. Per vivere realizza illustrazioni di libri e dà lezioni private. Alla fine del 1911 Marc e Kandinsky danno vita a "Der Blaue Reiter", gruppo artistico che si propone di pubblicare annualmente l'omonimo Almanacco "Der Blaue Reiter" (Der Blaue Reiter Almanach). Esce un solo numero nel 1912, alla cui redazione prendono parte anche Macke e Paul Klee. Marc prende parte alla mostra del gruppo che si tiene a Monaco tra la fine del 1911 e l'inizio del 1912. Nel 1912 viene invitato a far parte del comitato organizzativo del "Soderbund", a Colonia. Qui ha anche occasione di visitare una mostra dedicata al futurismo. Per qualche tempo soggiorna in Tirolo, prima di stabilirsi a Ried, nei pressi di Benediktbeuern (Baviera). Nel 1914, allo scoppio della guerra, Marc si arruola come volontario. Al fronte, realizza schizzi e aforismi, raccolti nei volumi Briefe aus dem Felde eAufzeichnungen und Aphorismen.
Franz Marc muore nel 1916, cadendo in combattimento nei pressi di Verdun.
Ai Gatti riesce senza fatica ciò che resta negato all'uomo:
attraversare la vita senza fare rumore.
Ernest Hemingway
19 marzo 2013
Per papà Daniel
MANI DI BIMBA
UN REGALO PER PAPA' DANIEL
Un'altro bel momento con la mia piccola Rebecca
per creare insieme un'opera d'arte da regalare a papà Daniel
nel giorno della sua festa.
nel giorno della sua festa.
Un albero grande come la sua manina
con cinque teneri rametti marroni
con tante foglioline verdi
e qualche piccola mela rossa.......
.....un bel prato verde e qualche fiorellino...
Ecco il suo capolavoro che si aggiunge agli altri tesori nati da
piccole mani e vivaci piedini , impressi non solo sui fogli ma
anche dentro di me come segni preziosi di momenti pieni d'amore
Ottobre 2012
Un sole arancione per il compleanno della mamma
Marzo 2012
Una bella farfalla per la festa del papà
Una semplice manina per il compleanno della mamma 2011
AUGURI A TUTTI I PAPA'!
......anche a quelli che come il mio festeggiano in cielo ....
AUGURI A TUTTI I PAPA'!
......anche a quelli che come il mio festeggiano in cielo ....