12 giugno 2013

La chiesa di S. Eufemia

Era da tanto tempo che volevo tornare in questa chiesa 
e ci sono venuta di proposito con la macchina fotografica
per poter conservare delle immagini che ho visto tante volte da ragazza
ma nei miei ricordi erano ormai  vaghe.
E' qui che il caro Don Amintore ha celebrato il nostro matrimonio
davanti a questo altare bianco con tanta luce ambra e oro.
Belle e ricche di colore le opere di Marco d'Oggiono ,
Stupenda la Madonna con Bambino sul trono e anche
lo sposalizio di Giuseppe e Maria.
Mi riprometto di tornare la prima domenica del mese prossimo per visitare
l'antico battistero ,che non ho mai visto dall'interno
quando abitavo ad Oggiono era chiuso,stavano restaurando 
gli affreschi alcuni dei quali risalenti all'VIII -IX secolo.
Sono salita poi  in piazza alta , la giornata era un po' grigia
ma nei giorni di beltempo c'è una splendida vista sul lago e sulle montagne.


La chiesa è dedicata S. Eufemia martire che si festeggia il 16 Settembre

Eufemia nacque nella città di Calcedonia in Bitinia. Essendo figlia di nobili (secondo la tradizione, i genitori erano Filofrone e Teodosia), ricevette una buona educazione, sempre secondo le regole di vita cristiane a cui la famiglia faceva riferimento. Durante la persecuzione di Diocleziano, a soli quindici anni, fu arrestata assieme ad altri quarantanove cristiani che avevano rifiutato di immolare una vittima ad una divinità pagana. Come gli altri fu torturata, ma restò sempre fedele ai suoi ideali spirituali rifiutando di compiere l'olocausto. Il 16 settembre del 303 fu gettata nell'arena di Calcedonia tra i leoni. Secondo la tradizione, essi la uccisero ma, mangiatone la sola mano destra, rifiutarono di divorare il resto del corpo, intuendo la sua santità.Quando nel 620 Calcedonia fu conquistata dai persiani, il suo corpo fu trasferito a Costantinopoli dove l'imperatore Costantino III edificò una nuova chiesa per venerarla. Nell'800, secondo quanto dice la tradizione, il sarcofago con le reliquie della santa sparì misteriosamente da Costantinopoli e riapparve, quasi miracolosamente, su una spiaggia di Rovigno in Istria. Probabilmente, i resti furono messi in salvo da alcuni fedeli barcaioli. Ancora secondo la leggenda, gli abitanti di Rovigno tentarono in svariati modi e con gli animali più forti di portare in città il sarcofago, ma invano. Vi riuscì infine un fanciullo con l'aiuto di due sole giumente, a dimostrazione che la cristianità non si basa sulla forza o sul vigore, ma sulla mitezza e la semplicità. Il culto della santa a Rovigno, divenutane la patrona, è tuttora molto forte e le reliquie sono venerate presso la principale chiesa. Sant'Apollinare, vescovo di Ravenna, raccolse probabilmente alcune reliquie della santa e le portò con sé nella sua opera evangelizzatrice in Romagna. I resti di Sant'Eufemia e di Sant'Agata furono rinvenuti nel 1686 sotto la lastra dell'altare della chiesa dedicata alla santa, come testimonia una scritta su carta pecora in romano arcaico ritrovata insieme ai resti.

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