LE NINFEE DI MONET
Qualche giorno fa su SKY arte ho visto un bellissimo documentario
sulla vita del pittore francese
Claude Monet
( Parigi ,14 novembre 1840 - Giverny , 6 dicembre 1926 )
Viene considerato uno dei padri dell'impressionismo, fu allievo e amico di Eugene Boudin che gli insegnò
«come ogni cosa dipinta sul posto abbia sempre una forza, un potere, una vivacità di tocco che non si ritrovano più all'interno dello studio», indirizzandolo così alla pittura del paesaggio dal vero. Monet dirà poi che Boudin
«con instancabile gentilezza, intraprese la sua opera d'insegnamento. I miei occhi finalmente si aprirono e compresi veramente la natura; imparai al tempo stesso ad amarla. L'analizzai con una matita nelle sue forme, la studiai nelle sue colorazioni. Dipinse opere stupende come i suoi paesaggi nel verde o le imbarcazioni sul mare , trovo incantevole il ritratto che fece a sua moglie dal titolo "la passeggiata "ma i colori e le sfumature delle sue ninfee sembrano uscite da un sogno Nel 1920 Monet offre allo Stato francese dodici grandi tele di Ninfee, lunga ciascuna circa quattro metri, che verranno sistemate nel 1927 in due sale ovali dell'Orangerie delle Tuileries; altre tele di analogo soggetto saranno raccolte nel Mousée Marmottan. Certamente per Monet , le ninfee hanno rappresentato un'ossessione sopratutto negli ultimi anni della sua vita dove problemi alla retina non gli permettevano di vedere le sfumature più chiare. Fu un uomo provato da tanto dolore, la morte di due mogli e dei due figli, visse nella vecchiaia a Giverny con la figliastra Blanche nella casa con lo stagno delle ninfee e il ponte giapponese. Poco prima di morire scrisse di aver avuto
"il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli, e sono desolato di essere stato la causa del nome dato a un gruppo, la maggior parte del quale non aveva nulla di impressionista".
lo stagno di Giverny
una parte dell'Orangerie delle Tuileries
Scava un buco per il tuo stagno senza attendere la luna.
Quando lo stagno sarà finito, la luna da sola ci verrà
(Eihei Dogen)